250 tipi, oltre 1000 varianti, il must have di ogni stagione, regione, piatto. Fragrante, profumato, croccante, morbido, bianco, nero, simbolico, caldo, biscottato..
Signore/i,
il pane.
Pochi ingredienti combinati che raccontano particolarità di gusto e territorio, una storia che inizia presumibilmente in Egitto e arriva …al supermercato.
…EH?!
Il consumo di pane precotto, surgelato e finito di cuocere in loco è in continuo aumento.
Pane che si secca la sera stessa, che ha sempre lo stesso identico sapore, stopposo e ..freddo.
Di recente ho guardato su Netflix Cooked, una docu-serie in 4 puntate (Fuoco, Acqua, Aria e Terra) guidate da Michael Pollan (giornalista del New York Times, saggista statunitense e docente di giornalismo a Berkeley).
La puntata Aria parla di panificazione, glutine, cultura del pane e attraverso un viaggio in Marocco, ci parla della tradizione più antica del mondo.
La cosa che mi ha colpito della serie, che consiglio, è come riesca a mostrarci attraverso analisi chimiche, organolettiche e antropologiche, come il cibo abbia un’influenza profonda su di noi e come a volte, dirottati da pubblicità ingannevoli, facciamo scelte ..assurde.
Un esempio?
Il Gluten-free,
“un mercato in continua crescita al ritmo del 27% l’anno, che in Italia vale 320 milioni di euro, ma solo 215 vengono spesi dai pazienti con diagnosi.
Un prodotto su tre viene infatti acquistato da chi non è celiaco e pensa così di dimagrire o guadagnare benessere, ma è un falso mito: nessuna ricerca scientifica dimostra i vantaggi per la salute erroneamente attribuiti alla dieta senza glutine per chi non è celiaco.
Lo conferma anche uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal, secondo cui l’esclusione del glutine in chi non è celiaco non riduce il rischio cardiovascolare. Eppure, secondo un italiano su dieci la dieta gluten-free è più salutare, mentre tre su dieci ritengono che faccia dimagrire: “un equivoco pericoloso, che banalizza la malattia celiaca, che riguarda l’1% della popolazione, per la quale l’esclusione del glutine non è una scelta ma un vero e proprio salvavita”, afferma l’Associazione Italiana Celiachia (AIC).”
fonte Il Fatto Alimentare
Negli ultimi dieci anni il consumo del pane è diminuito fino al 50%, ne mangiamo circa 85 gr al giorno e sempre più viene comprato al supermercato
Perché?
Sicuramente è stata portata avanti una campagna di demonizzazione dei carboidrati incredibile. Mangiamo meno pane perchè fa ingrassare e perchè va consumato in breve tempo (tutta colpa delle farine raffinate..).
Lo compriamo al supermercato perché è più comodo e veloce.
Ormai preferiamo sempre la comodità a una scelta consapevole.
Ma lo sapevi che nella farina 00 si perde l’85% di magnesio, il 77% di potassio, il 60% di calcio contenuto nel chicco di grano?
Il pane fatto come una volta (farine antiche, lievito madre, lievitazione lunga e cottura in forno a legna, come piace a noi) è un alimento vecchio come il mondo perchè è pieno di nutrimenti, sostanze, proprietà nutritive e fa bene (dove sta scritto il contrario?)
Vi invito a fare un esperimento:
comprate due pagnotte. Una al supermercato, l’altra fatta come una volta e fatene una degustazione.
Confrontatene sapori, colori, odori, consistenza, conservazione. Fatelo appena comprato, il giorno dopo e 5 giorni dopo.
Siate coscienti di quel che mangiate.. insomma siamo quello che mangiamo (e beviamo) ..no?
Non sacrifichiamo all’altare il pane e la sua tradizione millenaria per nuove tendenze o mode alimentari. Andate più piano, comprate alimenti con coscienza e godetevi tutto il sapore della storia che vi raccontano.
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