Sono 4 anni che sotto l’egida di Oltreconfin, distretto di economia solidale, le due microimprese Donna Gnora e Rio Selva, collaborano dando vita ad una sorta di mercato alternativo, coinvolgendo tra l’altro anche altre piccole imprese agricole.
E’ quindi tempo di un qualche bilancio.
Tutto è iniziato di corsa quando, in piena pandemia, si è deciso di unire le forze e spingere sulla distribuzione diretta di cassette di verdura a domicilio. Tempi di grande caos perché tutto si è mosso unicamente sulla spinta delle richieste che in quel periodo superarono il normale trend che già copriva con le sue risorse la distribuzione di Donna Gnora.
Scarsa attenzione alla contabilità, difficoltà di coordinamento e confusione di responsabilità.
Ma tutto questo lo si poteva facilmente mettere in conto. Si è partiti da un giorno all’altro e via!
Poi è nata l’esigenza di una bottega. Ed altra rincorsa contro il tempo. Metti in piedi un crowdfunding, datti da fare a trovare un posto decente, poi metti a posto i locali, adeguali alle esigenze, trasforma degli “scappati di casa” in muratori, idraulici, dipintori. Miracolo! Alla fine si apre anche un negozio con tutti i permessi regolari dove non solo convive la vendita delle verdure ma anche la cucina vegana di Amia…
Ma dai, qualcosa si è fatto.
Ma ancora troppo poco.
Tutti ne sono perfettamente consapevoli.
A voler trovare difetti si fa in attimo!
Conosciamo i nostri limiti e le nostre colpe. ( A tale proposito stiamo cercando un capro espiatorio. Se qualcuno si offre è benaccetto.)
Una delle colpe maggiori è la difficoltà nel comunicare quello che cerchiamo di fare in campagna, il perché coltiviamo in un determinato modo che non contempli il ricorso alla chimica di sintesi, non siamo bravi motivare il perché seminiamo grani antichi o perché ci rompiamo la schiena (e non solo quella) a zappare per ore invece che usare lo splendido diserbante a base di glifosato.
Sappiamo che in un settore altamente competitivo come quello della produzione e distribuzione di prodotti alimentari il valore del marketing varia tra il 20 e il 50 per cento delle entrate nette…. Averle delle entrate nette!
Ma il problema resta. Perchè non si tratta di pubblicizzare cibo ultraprocessato ( quello che sta diventando sempre di più diffuso nella grande distribuzione fatto di prodotti aggiunti “con più proteine” e di cose tolte “senza olio di palma”) ma si tratta di raccontare un tentativo di coltivare nel rispetto dell’ambiente. Anche su questo abbiamo molto da fare e da imparare ed è anche per questo che vale la pena di migliorare la comunicazione!
Ma intanto prendiamoci anche una piccola soddisfazione
sabato 20 aprile…. Presso la bottega di oltreconfinnnnnnn
qui l’evento facebook, facci sapere se vieni!
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