Il deserto vicino a noi

Questa fotografia è stata scattata il 18 aprile 2013. E’ un estensione di qualche ettaro situata a poco meno di mezzo chilometro dal nostro orto. Per molti questo è solo un campo arato. Per me è una cosa enorme, una specie di orribile mostro. Ho scattato questa foto dopo che per tre giorni abbiamo tagliato erba per fare un po’ di pulizia e cominciare la coltivazione orticola. Tre giorni passati a tagliare quelle che vengono chiamate erbacce, o infestanti, ma che in realtà  sono erbe spontanee, in gran parte anche commestibili e che danno della terra un immagine di rigoglio e di ricchezza, Poi, per tornare a casa, ci imbattiamo nel terreno della fotografia. Da settembre scorso in questa identica situazione. E’ questo un campo coltivato a mais. Non c’è un erba spontanea a pagarla oro.

campo mais

E’ un terreno vasto, di proprietà di chi contadino non è e che della terra non gliene frega niente. Forse bene rifugio, forse acquistata in vista di future lottizzazioni.
Sta là, affidata alle cure di un qualche terzista che la coltiva a mais per percepire i fondi europei. A settembre , dopo una stagione arida che ha dato un prodotto scarso ed invendibile per via delle micotossine presenti come in gran parte del mais del’anno passato, è stato arato e lasciato là, senza vita. In condizioni normali oggi sarebbe una selva di erbe. E’ un deserto!

Se qualcuno sottoponesse questo terreno alle usuali analisi chimiche che si unano per definire i suoli contaminati con ogni probabilità ci troveremmo davanti ad un sito da bonificare. Invece da un giorno all’altro assisterò all’ennesimo passaggio di diserbante preventivo, e poi via sacchi e sacchi di concime chimico .

L’erba che si osserva al margine del campo è quella che cresce spontanea dove non passa il trattore a diserbare.  Nonostante tutta la pioggia caduta in questi mesi invernali e primaverili il terreno non si è ancora lavato… sicuramente una buona parte del diserbante è finito nelle falde acquifere assieme all’azoto e agli altri prodotti chimici dei concimi. Così facendo abbiamo già contaminato circa il 35% delle nostre riserve di acqua potabile. E tutta la contaminazione dei diserbanti continuerà a contaminare le nostre riserve acquifere rendendo perfino patetico lo sforzo di chi come noi coltiva senza uso di prodotti chimici, lavorando il terreno con rispetto e con gratitudine.

Quando vedo queste cose, francamente, sento un moto di rabbia e mi passano per la testa pensieri di rivolta.