Agricoltori, ma di cosa stiamo parlando?

In questi giorni sento un gran parlare di agricoltori. Agricoltori che lottano contro l’Europa, agricoltori contro i Verdi, agricoltori contro la Coldiretti, agricoltori che invadono le autostrade con i loro trattori e che si uniscono a tutti gli agricoltori che in Germania, in Francia, in Olanda, in Belgio lottano contro la grande distribuzione, contro le norme che vorrebbero ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e si muovono contro Governi, sindacati, ambientalisti, banche.

E poi la politica: hanno ragione, sì noi siamo con loro. Il governo è con loro, anche l’Europa è con loro. Loro sono la miglior difesa dell’ambiente, loro sì hanno ragione, ma però hanno anche torto, perché l’agricoltura inquina, spreca le risorse idriche, rende sterile il terreno. Tutto e il contrario di tutto. A guardarlo da fuori il mondo agricolo mi pare del tutto incomprensibile e misterioso e tutto il parlare che se ne fa sembra avere l’unico scopo di confondere le acque, mescolare parti di storie vere con racconti del tutto inventati di modo che nulla, ma proprio nulla, si riesca a comprendere.

Chi poi mi pare più confuso degli altri sono proprio gli agricoltori il cui malessere, assolutamente per altro giustificato, è percepito ma non ci sta uno straccio di diagnosi seria e condivisibile.

Come stai? Non so, non mi sento molto bene: forse ho dormito poco, forse sono stressato, forse sono i reni, forse non ho digerito, forse ho la pressione alta, forse sto per avere un infarto, forse ho un tumore…..

Proviamo a mettere dei punti fermi al discorso.
In primo luogo c’è da dire che il mondo agricolo è molto articolato, frastagliato, diversificato. Le aziende agricole in Italia sono ben 1.133.023! (comincerei a preoccuparmi se sulle strade italiane invece che qualche centinaio di trattori ce ne fossero 200.000!) La stragrande maggioranza delle aziende agricole sono molto piccole se si pensa che 886.476 hanno una superficie agricola minore di 10 ettari. In questa miriade di piccole proprietà si possono trovare ortolani, piccole realtà familiari che producono in gran parte per autoconsumo, ma anche aziende di eccellenza che producono vini in luoghi di particolare valore enologico, e anche imprese ad alto valore tecnologico e con forti investimenti.
109.545 aziende hanno una superficie agricola maggiore di 10 e minore di 20 ettari. Sia chiaro che non sono grandi aziende, ma molte di queste sono dediche alla coltivazione di cereali così come un altro centomila aziende hanno una estensione tra i 20 e i 100 ettari.
Per completezza di informazione le aziende con superficie superiore ai 100 ettari sono solo 18.230.
Ora, chi produce cereali è del tutto diverso da chi ha un azienda che produce vino di qualità, così come chi ha una azienda di pochi ettari a olivo, ha poco a che vedere con chi alleva in modo intensivo maiali o galline.

E non solo. Tra chi coltiva ci sta chi è fortemente convinto che sia necessario usare concimi chimici, anticrittogamici, diserbanti e chi si batte per una coltivazione che sia rispettosa dell’ambiente, della stagionalità, della natura.

Il cibo è avvolto nel mistero. Non si sa come sia prodotto, da dove arriva e che astuzie il mercato ci ricama sopra e tutto in barba a dichiarazioni formali di tracciabilità e di trasparenza.

Noi ci impegniamo a raccontare quello che è la nostra esperienza e proveremo a fare un pò di chiarezza.