antibiotici

Dopo la pubblicazione dei due miei precedenti post, che in un accesso di modestia evito di citare, l’Organizzazione Mondiale Della Santità si è fatta coraggio ed ha lanciato l’allarme “antibiotico-resistente”.

Ovverosia sempre più grave si fa la situazione sul fronte sanitario per quanto riguarda l’uso eccessivo di antibiotici che, a lungo andare, rende l’uomo più debole e i batteri più resistenti. Troppi antibiotici! tuona l’OMS e la raccomandazione ai medici ad essere assolutamente più parchi nel somministrare questi farmaci.

L’Italia è al terzo posto in Europa per consumo di antibiotici dopo Francia e Cipro.

Ma quello che è disdicevole è il fatto che noi siamo consumatori “passivi” di queste sostanze grazie all’impiego che viene fatto nel normale ciclo di produzione di carne, latte, uova. Il sistema di produzione (non parlo di allevamento perchè la produzione di carne ha più a che fare con l’industria vera e propria che con la tradizione contandina) è tale che necessariamente si deve ricorrere ad un uso preventivo di farmaci antibiotici per impedire il diffondersi di malattie che comprometterebbero l’intera produzione. Immaginatevi un allevamento di polli che vivono dentro una gabbia che impedisce loro anche il minimo movimento e dove la loro muscolatura, che è quello che mangiamo, risulterebbe in buona parte compromessa. Questo povero essere, che non ha mai razzolato in un campo di erba, non ha mai fatto un passo, non ha mai respirato un po’ d’aria salubre ed è sempre stato costretto a mangiare cibi che lo “pompano” di ogni sostanza chimica in grado di svilupparlo oltre misura in tempi velocissimi, dovrebbe anche sviluppare opportunamente gli anticorpi che non lo fanno ammalare. Ma nelle sue condizioni di vita, una tale capacità è assolutamente impossibile che si formi… un essere così è tragicamente destinato a soccombere. PEr fortuna a lui ci pensa l’uomo che, ben consapevole delle sue tragiche condizioni di vita e della sua fragilità sanitaria, gli propina sostanziose dosi di medicine. Lo fa, ovviamente, per il bene di questo povero pollo che di suo, come dice il nome stesso, non è una cima.

Tutto questo, tradotto in carne o uova o latte (ma da quando in qua i polli fanno latte?) si traduce in una somministrazione all’uomo di antibiotici. Io credevo che la cosa avesse un carattere positivo. Che bene, mi dicevo, mangiandomi un pollo allo spiedo, mi sto anche facendo una cura preventiva… sono carico di antibiotici e non temo il freddo, il caldo, la pioggia, le intossicazioni alimentari, la sonnolenza, l’aids, lo scorbuto,  le infezioni e l’emicrania.

Se voi foste un povero produttore di carne, uno che investe un capitale nel realizzare una stalla, costruire una fossa per i liquami e un sistema di smaltimento delle deiezioni animali (oggi va di grande moda l’impianto di biogas), compraste un qualche centinaio di capi di vitelli da ingrasso, i mangimi relativi, vi dotaste di un hccp degno di questo nome (cioè di un sistema che garantisce la salubrità dei vostri prodotti), passaste il vaglio del controllo sanitario e della parcella del veterinario, vi potreste anche permettere di vedere compromesso tutto il vostro lavoro da una semplice epidemia di infezione respiratoria (BRD) ? Certo che no. E quindi? si fa la profilassi preventiva. e giù di antibiotico!

Si deve tenere anche presente il metodo di produzione per capire come questa “profilassi preventiva” sia necessaria.

Nell’allevamento di vitelli da carne (ma questo metodo vale per i poli, i maiali, per le mucche da latte, ecc) l’allevatore compera i vitellini di circa 50/60 kg e procede al loro svezzamento. Queste povere bestiole arrivano con il camion e vengono scaricate dentro un box dal quale usciranno solo per recarsi al macello. Nel giro di 4 mesi il nostro vitellino arriva a pesare 200 kg e qua si considera finito il suo svezzamento. Per circa un altro anno verrò nutrito amorevolmente nel suo box fino a quanto  il suo peso arriverà a 5/6 quintali. Normalmente a questo peso dovrebbe arrivarci in tre o quattro anni di pascolo naturale, ma i moderni criteri di produzione riescono ad abbattere i tempi. Ed ecco finalmente la nostra bestia pronta per essere immesso in società. Una scarica e via!

LA produzione di latte avviene nello stesso modo…. il famoso latte della Lola! queste mucche non hanno la più pallida idea di cosa sia un prato, interrogate in proposito alcune sostengono che l’erba sia grigia, altre che cresce sugli alberi in forma di pellet. Però non sanno che tutta la loro vita si svolge sotto l’attendo adagio che “prevenire è meglio che curare”. E la prevenzione comporta inevitabilmente un sapiente uso di antibiotici… che poi lo si sa come è l’allevatore: è prudente! Piuttosto che correre il rischio di una epidemia è meglio dargli un pochino di antibiotico in più… non si sa mai!

Beh, attenzione. Alcune malattie di diffondono anche grazie alle verdure e alla frutta… A me è capitato di cogliere un “ragionamento” un tantino particolare.  Una cara persona (tipo una figlia) si mette a mangiare alcune foglie di insalata senza lavarle…Dico: – ma sei scema? e lei:  ma no, non è quella nostra?  Ah, ecco, adesso capisco! La frutta, la verdura, lavatela bene che se anche prodotta senza alcuna chimica può essere comunque sporca!.