Dai diamanti non nasce niente

Economia circolare – l’uso dei concimi in agricoltura – lo stallatico – il lavoro sporco

La Commissione Europea ha varato l’11 marzo 2020 (esattamente tre anni fa) il programma per la crescita sostenibile in Europa (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_420). In questo documento si parla espressamente di crescita sostenibile e di economia circolare. Ne prendo atto perché, come diceva mio suocero, “piuttosto che niente, è meglio piuttosto…” Ci siamo dati un termine che ci impone giuridicamente vincolante l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050.

Sto andando a Mestre, sono circa le 7 di sera. Sono imbottigliato nel traffico. Che traffico, dico. E’ sempre così, a quest’ora, dice mia moglie. Ma io mi ricordo che qualche anno fa, a quest’ora, si circolava ancora abbastanza bene… Sì, mi dice lei, ma dopo il covid è ancora peggio di prima… Ok, è forse solo un impressione, non è certo un dato scientifico, ma sicuramente non pare ci sia un qualche miglioramento… anzi! Ma il 2030 non è così tanto lontano, praticamente domani. Vuoto il contenitore del “vetro, plastica, lattine”…. Davanti ai miei occhi scorrono fiumi di polistirolo (che non lo ricicli neanche a pregare), film di plastica, confezioni di prodotti svariati, caffè, yogurt,
qualche bottiglia. E noi, in due soli, saremmo capaci di produrre tutto questo rifiuto? Oggi anche comprare quattro mele comporta l’esistenza di un vassoio di polistirolo e un film di plastica che avvolge il tutto. Così per formaggio, salumi, carne, verdura, frutta. Un pranzo produce un volume pazzesco di rifiuti. E siamo in aperta lotta per arrivare ad una riduzione delle emissioni del 55% entro i prossimi sette anni.
E’ il 7 di marzo. Sto preparando la terra per le semine. Un mio vicino viene a curiosare. Ah, esclama, la terra è bella secca… Anche troppo, ribatto. In effetti siamo molto preoccupati perché è evidente che se si ripete quello che è successo lo scorso anno siamo verso una siccità ormai persistente ed endemica. Se ne parla continuamente nel telegiornali e nei servizi sulla siccità in campagna, sulle secche dei fiumi e sulle scarse nevicate in montagna… Si parla anche dei progetti dei consorzi di bonifica che prevedono di scavare bacini e vasche…

Cos’è questa? Un elenco di lamentele? Il solito piagnisteo di chi critica stando alla finestra e non fa nulla per cambiare le cose quasi un asservimento al peggio…. Tanto le cose non cambiano!?
Questi pensieri, nella loro banalità, mi assalgono mentre sto lavorando in campo. Sto spargendo concime di cavallo. Non ha odore, non contiene antibiotici (non proviene da allevamenti, ma da una persona che li alleva con tutte le cure per una vera passione nei confronti di questi animali), è parte di un processo che assomiglia molto all’economia circolare…

E il mio pensare cade su considerazioni sconcertanti. L’uomo, come tutti gli animali, produce degli scarti… questi scarti, in natura, ritornano in qualche modo alla terra e la terra, a sua volta, riutilizza questi scarti alimentando ed integrando la sua complessità di elementi. Dalla terra, in un modo o in un altro, noi traiamo il nostro nutrimento. Però non restituiamo i nostri scarti alla terra. Viviamo in gran parte in agglomerati urbani che hanno necessariamente dei sistemi fognari che alimentano centrali di depurazione e che provvedono poi a smaltire i fanghi di risulta o in discariche o in forni che distruggono ogni forma di vita.

Miliardi di persone ed animali sottraggono alla terra nutrimento e non restituiscono sostanze che la terra sa riutilizzare e rendere produttive.
Penso che questa sia una contraddizione inconciliabile nella ricetta di una economia circolare. Tra le esigenze di una città e quelle di una coltivazione “sostenibile” ci sta la difficoltà di come restituire le nostre deiezioni alla terra in un processo che sia effettivamente sano e necessario.
Sì, lo so, esistono anche le opportunità di utilizzo dei fanghi fognari in agricoltura, ma questa è un altra storia… e non è la stessa cosa.
Intanto io spargo il letame e canticchio stonatamente: dai diamanti non nasce niente, dal lettame nascono i
fior…” e il lavoro sporco lo facciamo noi!