mandarini

Fare la marmellata di mandarini è stata una vera impresa.

L’esperienza di sbucciare un mandarino è un esperienza condivisa. Tutti si dilettano e si compiacciono nel togliere la buccia al madarino: hai visto che facile… e che profumo gradevole…. molto più difficile lavorare con arance o limoni… ma togliere la buccia al mandarino è proprio facile…gratificante.

Bene, quando si tratta di fare una “marmellata” di mandarini bisogna mettere in conto di togliere non solo la buccia, che, tanto per essere ripetitivi fino all’ossessione, è un impresa facile, ma anche i semi e soprattutto l’abbondanza di pellicine. Tutto lavorato in uno spazio ristretto costituito da fatto che gli spicci di mamdarino sono piccoli anche per le manine delicate e piccoline di chi scrive… Un esercizio di virtù e di ascesi che Paola ed io abbiamo coltivato con certosina pazienza guardando la trasmissione di report di Milena Gabanelli. Questo esercizio è particoalrmente difficile. Lavorare di pazienza  durante una trasmissione che ti fa indignare oltre misura costituisce un esercizio che nei monasteri tibetani è riservata solo ai gradi alti del processo iniziatico… Anche vecchi asceti che hanno percorso ogni grado di elevazione e sono in grado di levitare, frequentano il nirvana, raggiungono la totale estraneità alle cose del mondo, hanno finito per tirare qualche porco in occasione della preparazione della marmellata di mandarini.

Poi tagliare le bucce e farle sottili-sottili togliendo pure la parte bianca della buccia… e infine la cottura, affidata alla maestra di marmellate e conserve……

Paola mi dice che la marmellata di mandarini è buonissima…. è talmente preziosa che non mi ha lasciato nemmeno leccare il mestolo e io devo solo fidarmi del suo giudizio. Siamo a questo punto!!!!