Comunicato Stampa ISDE Italia Arezzo, 30 Gennaio 2015
L’Associazione Medici per l’ Ambiente – ISDE Italia esprime la più viva preoccupazione in
relazione alla pratica, divenuta ormai consuetudine, di concedere deroghe a sostanze vietate
in agricoltura.
Proprio in questi giorni, ad esempio, la Regione Veneto sta valutando se concedere deroghe
per 26 sostanze; inoltre risulta che ben 598 i pesticidi siano stati autorizzati in deroga nel
nostro Paese fino al 31 Maggio 2015*.
Questo accade contemporaneamente alla diffusione dell’ultimo rapporto ISPRA sulla presenza
di pesticidi nelle acque italiane che evidenzia una “ampia diffusione della contaminazione” ed il
rilevamento di ben “175 sostanze diverse, un numero più elevato degli anni precedenti”. Nel
suddetto rapporto viene trattato, come in passato, il tema delle miscele di sostanze e vi si
afferma che “la valutazione di rischio, infatti, nello schema tradizionale considera gli effetti delle
singole sostanze, e non tiene conto dei possibili effetti delle miscele che possono essere presenti
nell’ambiente. C’è la consapevolezza, sia a livello scientifico, sia nei consessi regolatori, che il
rischio derivante dalle sostanze chimiche sia attualmente sottostimato. Maggiori attenzioni e
approfondimenti in relazione agli effetti della poliesposizione chimica sono auspicate in
particolare a livello di Unione Europea [Consiglio UE 17820/09]. Per questo si impone una
particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi.”
ISDE Italia ribadisce che è ormai assodato che l’esposizione a pesticidi comporta non solo
gravi ed irreversibili alterazioni a carico dell’ambiente e della biodiversità, ma può correlarsi
anche a gravi conseguenze sulla salute umana. Questi effetti, già evidenziati nelle categorie di
persone esposte professionalmente, riguardano oggi tutta la popolazione umana, stante
l’utilizzo sempre più massiccio e diffuso di questi agenti in ogni parte del pianeta. Le
conseguenze di tali esposizioni possono rivelarsi particolarmente gravi – anche a basse dosi -,
in particolare se si verificano durante la vita embrio-fetale e nella prima infanzia, aumentando
il rischio di danni cerebrali e di malattie che possono manifestarsi anche nelle fasi più tardive
della vita. Vi è ormai evidenza di forte correlazione fra esposizione a pesticidi e patologie quali
cancro, malattie respiratorie, malattie neurodegenerative come Parkinson, Alzheimer e
sclerosi laterale amiotrofica (SLA), autismo, deficit di attenzione ed iperattività, diabete,
disordini riproduttivi, malformazioni fetali, disfunzioni tiroidee. La possibilità che alcune di
queste malattie agiscano modificando alcune funzioni fondamentali delle cellule, comprese le
cellule della linea germinale, non può che accrescere le preoccupazioni per la salute pubblica.
E’ più che mai importante ormai ricercare e promuovere pratiche agronomiche in grado di
soddisfare i bisogni alimentari di tutti.
La Direttiva 2009/128/CE, di cui il PAN costituisce recepimento e applicazione, prevede che
“gli utilizzatori professionali di pesticidi adottino le pratiche o i prodotti che presentano il
minor rischio per la salute umana e l’ambiente tra tutti quelli disponibili per lo stesso scopo”:
ciò conferma la necessità di promuovere tecniche agronomiche radicalmente alternative alle
attuali.
Le Autorità competenti non possono essere complici della legittimazione di pratiche e
prodotti chimici di sintesi già vietati per ragioni di safety. Il Principio di precauzione, sancito
dall’Unione Europea, deve guidare anche a livello nazionale e locale ogni decisione in materia
di attività e sostanze pericolose.
Si ricorda, infine, che anche sul piano delle rese economiche, l’agricoltura basata sulla chimica
di sintesi è stata messa in discussione. Una recente metanalisi** dell’Università di Berkeley,
che ha esaminato 115 ricerche scientifiche per confrontare agricoltura biologica e
convenzionale, ha concluso che non vi sono prove sufficienti per affermare che l’agricoltura
convenzionale sia più efficiente e dia rese maggiori rispetto a quella biologica, affermando
che: “È importante ricordare che il nostro attuale sistema agricolo produce molto più cibo di
quanto sia necessario per sfamare il pianeta. Per sradicare la fame nel mondo è necessario
aumentare l’accesso al cibo, non solo la produzione. Inoltre, aumentare la percentuale di
agricoltura che utilizza metodi biologici e sostenibili non è una scelta, è una necessità. Non
possiamo semplicemente continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo,
dell’acqua e della biodiversità”.
Chiediamo perciò che vengano riveduti e ristretti i principi con cui si concedono le deroghe e
che vengano velocemente rispettate le norme.
Giovanni Beghini Francesco Cavasin Bruno Franco Novelletto
Presidente ISDE Verona Presidente ISDE Treviso Presidente ISDE Padova
Vincenzo Cordiano Roberto Romizi
Presidente ISDE Vicenza Presidente ISDE Italia
Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
Via della Fioraia, 17/19 – 52100 Arezzo
Tel: 0575-22256 – Fax: 0575-28676
e-mail: isde@ats.it – www.isde.it
Bibliografia
*www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1841
**http://rspb.royalsocietypublishing.org/
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