Sulla Tribuna di Treviso!

Parlano di noi sulla Tribuna di Treviso!!

E potete leggere il testo online sulla Nuova di Venezia e Mestre 

Testo completo:

Raccoglie frutta e verdura solo quando è matura, la consegna in barca a remi e ha dichiarato guerra allo spreco alimentare. Se vi capiterà di incrociare il marchio “Donna Gnora” sappiate che dietro ci sono l’inventiva e l’intraprendenza del suo titolare: Federico Mantovan. Dopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali, questo giovane di 32 anni, con la passione per le tipicità locali, è tornato alla terra. E’ stato il suo punto di partenza. Oggi Federico coltiva un campo a Noale a due passi dall’oasi del Wwf, si serve delle api per l’impollinazione, non usa la chimica e distribuisce il suo raccolto in cassette personalizzate. Ha messo in piedi una piccola azienda agricola a conduzione familiare che ha fatto del biologico la regola e della sostenibilità la sua filosofia. «Dopo gli di studi mi sono guardato intorno, il periodo non era dei migliori, avevo poche possibilità lavorative. Allora ho deciso di creare un percorso tutto mio» racconta. Nel 2007 ha aperto “Donna Gnora”, il nome deriva da una contrada pugliese devota alla dea dell’abbondanza, non si tratta di una semplice rivendita di ortaggi ma di una formula per mettere l’orto in cassetta, ovviamente rispettando i tempi che Madre Natura si è data. Per ordinare basta entrare nel sito (dev.donnagnora.it) iscriversi alla newsletter, scegliere la quantità di prodotto che si desidera (da un minimo di 3 a un massimo di 8 chilogrammi) e nel giro di poche ore, il prezioso bottino sarà recapitato a casa. Una distribuzione porta a porta che tocca le città di Mestre, Venezia, Mirano, Spinea, Noale e Marcon, e che riduce al minimo gli scarti, permettendo di gustare pomodori, zucchine, fagiolini freschissimi, perché raccolti poco tempo prima. Dal campo alla tavola passano dalle 6 alle 12 ore. «Prendiamo le lattughe appena prima di partire con la distribuzione, le zucchine possono essere colte anche il giorno prima, patate, cipolle e aglio hanno invece conservazioni più lunghe. Ogni settimana distribuiamo in media 500 chilogrammi di frutta e verdura a chilometro zero» continua Federico «la nostra clientela è variegata e si sta ampliando grazie al passaparola. Serviamo molte famiglie con bambini. Le persone stanno sviluppando una maggiore attenzione verso la qualità di ciò che mangiano». Le primizie coltivate da “Donna Gnora” non hanno niente a che vedere con le cataste di frutta lucida messe in bella mostra al supermercato, esteticamente perfette, ma spesso vuote di gusti e sapori. «Noi cerchiamo di raccontare sempre il prodotto» continua il giovane agricoltore «se le rape sono un po’ bruttine, perché un insetto ne ha annerito le foglie, lo spieghiamo. La gente fa fatica ad abituarsi a all’albicocca con una piccola ammaccatura, e non pensa che basta toglierla con il coltello. E’ un processo difficile, ma fondamentale, un cambio di mentalità in cui noi crediamo molto». Insomma il messaggio è chiaro: la genuinità non sempre fa rima con bellezza e per il futuro si punterà anche al recupero di grani teneri antichi e all’allevamento di animali da cortile. «Penso che la nostra generazione debba tornare all’agricoltura» conclude Federico «abbiamo il vantaggio di poterci ispirare agli insegnamenti dei nostri nonni, vincendo le difficoltà con l’innovazione, questo terreno di sperimentazione è un’opportunità».