Non è una bella primavera…
Siamo un mese in ritardo, dicono gli stregoni del tempo. E io, che faccio?
– aspetto!- Non c’è proprio nulla da fare. E sono preoccupato per l’albicocco e per il mandarlo che già avevevano buttato fuori l’inizio di una splendida fioritura. Quando cominci a potare una pianta, soprattutto “difficile” come l’albicocco, è come se questa diventasse una piccola parte di te… diventi trepidante per la sua salute. Perchè, quando cominci a trapiantare alberi da frutta, per un due anni li lasci andare, quasi non li guardi nemmeno. Sei fatalista: se prende, bane!, altrimenti pace. Non sei ancora entrato in comunicazione…. quando lo vedi crescere e magari questo comincia la fioritura e ti regala i suoi primi frutti, fossero anche tre quattro, cominci a guardarlo con un qualche interesse…. Lo guardi e intanto pensia quella che dovrà essere la sua forma futura.. Quando poi arriva effettivamente il momento della potatura, procedi con cautela, lavori di cesoia stando attento a non esagerare, ma anche a non risparmiare sui tagli…. e intanto pensi alle teorie di Fukuoka e ti dici che “sarebbe bello” lasciare andare l’albero secondo la sua natura…. ma lui c’è stato una trentina d’anni a far sì che i suoi mandarini andassero secondo natura.. Tempo ed esperienza e soprattutto partire da zero, dal seme…. E io in questa materia non ho alcuna esperienza. E così prendo alberelli che già conoscono la brutalità delle forbici e che sono di fatto già squilibrati.
Però succede che quando fai la prima vera potatura ad un tuo albero, allora ne diventi veramente responsabile. SE va male è colpa tua, non ci sono altre scuse. Così capisci che quello non è solo un albero in sè, ma è anche il frutto della tua interazione con lui. Non sei più tanto indifferente, ma hai un po’ di trepidazione per la sua fioritura, per la sua produzione. Se prima gli passavi accanto buttando solo un occhio frettoloso, ora davanti al tuo alberello ci passi un po’ di tempo, guardi il tronco, guardi le gemme, segui il percorso dei rami, stai ben attento che non ci siano insetti nemici o rotture sulla corteccia e diventi perfino preoccupato per via del freddo… non è che adesso mi cadono i fiori?
Se poi ti imbatti in un albero difficile, che magari ha patito una qualche pesante mutilazione per un ramo spezzato dal vento, oppure che ti è sfuggito o che ha troppo fruttificato la passata stagione e che ora potrebbe anche essere troppo indebolito, allora ti preoccupi molto di più. perchè quello che metti in discussione è la tua capacità stessa di capire, di correggere, di essere un bravo coltivatore.
Sono passati più di vent’anni, ormai, da quella volta che due vecchi peschi mai incalmati mi fecero una produzione straordinari di piccoli frutti dolcissimi… Erano là da anni e io, allora, non avevo ne tempo ne esperienza per seguirli, e quell’anno fecero una produzione talmente grande che da allora iniziò l’abitudine di fare marmellate…Fu l’ultimo anno che produssero… si esaurirono e morirono a distanza di un anno uno dall’altro. Mi dispiace ancora.
Con questo tempo ho paura che le giovani piante appena potate, possano rovinarsi. Sicuramente questo tempo impedisce ogni lavorazione della terra. Troppa acqua. Temo che quest’anno non avremo piselli..
brutto, ma la stagione è stata troppo umida e il tempo è andato troppo avanti…. come spesso accade, passeremo dal temperature invernali a quelle direttamente estive.. oggi siamo attorno ai 4 5 gradi… tra dieci giorni, forse, avremo già caldo. Così i piselli diventeranno duri come sassi.
Stregoni permettendo….Se si vuole un albero “equilibrato” fin da “piccino” lo devi seguire, certo due anni non lo devi lasciare andare, anche se Fukuoka avrebbe moldo da ridire, perchè la scheletro gli devi impostare.
Il tempo ,mia nonna diceva, è “rimasto da sposare per poter fare quello che vuole”. Speriamo che più avanti per compensare la troppa acqua, non ci regali due mesi di sole e vento caldo. Per i piselli le speranze sono ridotte al lumicino, ma io ci credo ancora….