crisi. A che punto siamo?

Personalmente penso di avere una attrazione inconscia verso la crisi..Da sempre questa parola mi attira, ma ancor di più mi sollecita indagare che cosa essa sia, da dove viene e dove ci porterà…

Alla parola “crisi” molti, direi i più, contrappongono alcune altra parole magiche quali “sviluppo”,  “crescita”, “ripresa”.

Nei discorsi di ogni giorno, poi, ci stanno altre parole magiche quali “PIL”, “mercati”, “speculazione”, “borsa”, “moneta” e via dicendo, e ci sta tutta un altra serie di acronimi e termini foresti che fanno parte, oramai del parlare comune. Infatti, non più tardi di ieri, mia mamma parlava dello “spread ”  tra la coca cola e analoghe bibite gassate…

Il succo del discorso è che nessuno sembra capirci proprio niente.

Cioè, ognuno può dire un po’ quello che gli pare che, a conti fatti, è la cosa migliore per chi come me, ha della propria ignoranza il suo cavallo di battaglia.

Avevamo appena sentito le illuminanti parole di un ministro dell’economia e di un presidente del consiglio che ci avevano detto che non ci stavano grossi problemi e che si poteva tranquillamente andare in ferie, che il giorno dopo, invece, ci raccontavano una storia un tantino diversa e dicevano che le ferie erano praticamente abolite… si lavora perchè la manovra, che ieri abbiamo detto  faremo tra due tre anni, la dobbiamo anticipare a subito. Ma è per fermare la speculazione sui nostri titoli di stato!

D’accordo, la questione è complessa e sicuramente non è di facile comprensione, ma quello che resta misterioso è ancora questa questione di cosa sia questa benedetta ( o maledetta)  crisi.

La mia percezione della crisi è molto forte fin da quell’agosto del 2008 in cui ci dissero che qualche americano deficiente aveva avuto la perfida idea di rivendere dei titoli fatti mettendo a copertura degli stessi i mutui contratti per l’acquisto di casa… Un po’ come dire che io vado da un mio amico pieno di soldi e  mi indebito di un milione di euro per comprarmi una casa bellissima. Mi impegno a restituire 6.000 euro al mese per 15 anni al mio amico e l’operazione è fatta. Il piccolo particolare è che io prendo solo 1000 euro al mese che spendo tutti per vivere e quindi che faccio? Vado da Carlo che lavora in banca e mi metto d’accordo con lui di ipotecare la mia casa   per un milione di euro e di fare un “fondo” con il quale garantisco  altri amici che se mi danno 1000 euro a testa io gli darò un interesse del 10% ad ogni anno…Noi funzioniamo così. Se uno mi promette qualcosa e mi fa vedere un po’ di carte stampate, pieghevoli, schemi e istogrammi che dimostrano che  i miei cento euro nel giro di 10 anni diventeranno almeno 1000 io sono perfino capace di chiedere un mutuo in banca per poter usufruire di questa splendida occasione…

Ma questo è un problema che potremmo definire di “finanza”. Per questo diciamo che la crisi è una crisi “finanziaria” dove i “mercati” la fanno un po’ da padroni. “I mercanti” altro non sono che poche persone, alcune istituzioni quali banche e assicurazione e qualche fondo gestione, che è un grado di manovrare grandi quantità di denaro, moltiplicandole grazie a meccanismi del tutto di fantasia, e guadagnando cifre sempre maggiori  indipendentemente dal contenuto reale del valore delle “scommesse” che costoro fanno…

Ma tutto non ci parla della vera crisi. LA vera crisi, quella che ci sentiamo addosso e che incide sul nostro stato sociale, sulla scuola , sulla santità, sul nostro tenore di vita, sulle tasse che paghiamo ma anche su quello che mangiamo e su quello che ci fa felici o meno, è data non dal meccanismo della speculazione, ma piuttosto dal fatto che noi crediamo alla pubblicità di chi ci viene a raccontare enormi guadagni sicuri al di là di ogni evidente pazzia. Così si continua a credere ai fondi pensione e si affidano i nostri soldi a persone che li useranno contro di noi per toglierci il lavoro, le pensioni e quello che ci resta di un po’ di gioia di vivere…

Ma non solo. Continueremo a mettere i nostri soldi nella banche,  a credere in gente che ci racconta favole sull’economia e sulla politica, a fidarci del mercato alimentare, a credere che quello che mangiamo è sano. Continueremo a comprare farine nocive, olii rettificati e deodorati, carne presa ad animali pieni di antibiotici e di mangimi del tutto artificiali, geneticamente modificati e che non hanno mai avuto nemmeno la lontana idea di cosa sia l’aria aperta…

LA crisi economica è figlia della nostra stessa credulità. Della perdita del senso delle cose: non è che una mela irrorata almeno 16 volte con antiparassitari, antiputrefattivi e chimica varia, diventi all’improvviso buona perchè ci fanno vedere frutteti splendidi e contadini felici che raccolgono la frutta… ma a noi piace credere  che sia effettivamente così. E’ questo tipo di strabismo che genera la crisi, questo asservirci a chi le spara più grosse…