Tutta colpa del tempo

Non c’è dubbio che la colpa sia nostra, ma è lo scotto che si paga quanto ci si impigrisce e si preferisce stare in casa piuttosto che nei campi.

Succede che il freddo sia piuttosto forte e costante, nel senso che anche nelle ore più calde del giorno il termometro se ne stia fermo attorno agli zero gradi…. così la terra diventa una crosta impenetrabile… dura come il cemento e se provi a romperla si staccano a fatica grosse zolle ghiacciate che non ti permettono di prendere alcunché… Succede che non riesci a raccogliere i porri perché se provi a tirarli ti restano in mano le foglie esterne o la pianta si rompe addirittura. Succede che non riesci a tirare fuori le rape o i topinambur che se ne stanno celati sotto terra dentro sarcofagi di ghiaccio… ma non solo. Quello che è peggio è quando si fa a raccogliere il cavolo nero, il cavolo fiolaro, il cavolo riccio….. ne abbiamo estensioni  a perdita d’occhio e pensi di rifarti proprio là… li abbiamo piantati in abbondanza proprio in previsione del freddo… di soliti reggono bene le gelate…. di solito, appunto, ma qua sono giorni e giorni che la temperatura sta sotto lo zero e la notte si aggira attorno ai meno dieci….

E’ una desolazione! le piante sembrano bollite…se ne stanno raso terra, esauste e finite. E nel settore delle biete e delle cicorie che di solito sono la nostra risorsa del periodo febbraio/marzo  è tutta una rovina.

Ora ci domandiamo se appena passa questa ondata di freddo le piante si riprendono… E’ una bella domanda perché molti sostengono (e non senza motivo) che ormai la produzione è finita. Altri, più ottimisti, confidano che qualche bella pioggia e un aumento delle temperature al di sopra dello zero farà rinascere le nostre piantine. Vedremo!

Intanto anche noi ci uniamo al coro delle associazioni agricole che lamentano la crisi della produzione e chiediamo ai nostri clienti di avere un  po di pazienza. Non è colpa nostra: è il tempo che ci rema contro…..