Kamut: il discorso si fa serio

In questo blog ho più volte affrontato il tema del Kamut...definito “seme antico” in qualche modo reso popolare grazie alla furbizia  una società americana che lo coltiva in Canada e che , con questo nome, ha creato un prodotto “nuovo”.

Che il kamut altro non sia che Khorasan (triticum turgidum) non è assolutamente una novità per nessuno tant’è che la stessa Kamut inc. oramai lo scrive sul proprio sito. Il khorasan è un grano che è originario dei quella che fu la culla delle nostre civiltà e sicuramente è nato tra il Tigri e l’Eufrate in quella che doveva essere una sorta di paradiso terrestre. Il grano duro khorasan si è diffuso in Egitto ai tempi del Faraoni e poi ha esteso la propria influenza in quasi tutto il bacino del mediterraneo.

Il Khorasan in natura difficilmente tende ad ibridarsi con altri grani. Questo lo ha di fatto preservato nei millenni, mentre sono riscontrabili leggere modificazioni dovute ad elementi quali il clima e il tipo di terreno. Che sia triticum bulgaricum o triticum polonicum o che altro, il ceppo sembra essere lo stesso.

C’è da fare, poi una premessa indispensabile. Mi risulta che una delle caratteristiche del frumento antico, sia esso tenero che duro, sia l’altezza.  Alla fine della seconda guerra mondiale tutte le spighe di grano erano alte più di un metro . L’altezza era, in qualche modo, una necessità legata alla capacità del grano di “prevalere” sua altre erbe concorrenti. Questo lo posso dire con certezza per sperimentazione diretta. Ho seminato alcuni semi di grano moderno (ossia di quello che si usa comunemente al giorno d’oggi) e alcuni semi di grano antico “gentil rosso”. A giugno le spighe “moderne” non esistevano proprio, completamente sopraffatte della virulenza delle erbe concorrenti. Dove, invece, avevo messo il gentil rosso quest’ultimo aveva rubato la scena al resto della vegetazione.

Fu dopo la seconda guerra mondiale che per esigenze di produzione, ma anche  per la necessità  dell’industria chimica di trovare nuovi sbocchi al proprio apparato produttivo che si mise mano all’altezza delle piante di frumento attraverso la selezione di nuove ibridazioni e di interventi sempre più pesanti da parte di chimica e fisica, fino al trattamento dei semi con radiazioni di vario tipo, allo scopo di selezionare qualità sempre più basse e sempre più produttive.

Il fatto che il grano sia alto ha anche un altro forte valore intrinseco. LE spighe alte hanno maggiori concentrazioni  degli elementi che lo compongono compresi i sali minerali, gli enzimi, le vitamine. Esitono ricerche che comparano grani antichi e grani moderni e i grani antichi ne escono decisamente vincenti perchè i grani moderrni sono infinitamente più bassi, ma anche più delicati, più bisognosi di concimi e di coadiuvanti chimici (antiparassitari, diserbanti ecc) necessari a farli giungere a maturazione.

Gli elementi critici, in qualche modo, legati ai grani antichi sono dovuti alla minor produzione per ettaro e al pericolo di allettamento ossia al fatto che le spighe, cariche di grano tendono per effetto del vento a piegarsi e a restare a terra impedendo poi la raccolta con le moderne macchine trebbiatrici, Quanto alla resa in tonnellate il rapporto tra un grano antico e uno moderno arriva anche a 1 a cinque. Il grano antico produce per ettaro una tonnellata e mezzo circa, quello moderno arriva anche a otto tonnellate.

Tutto questo è una cosa in qualche modo risaputa da chi opera nel campo dei grani, delle farine, del pane.

LA “critica” al Kamut che spesso si fa e anch’io ho più volte rimarcato in questo blog, è legata sostanzialmente a due fattori. Da una parte si critica la politica commerciale della società Kamutperchè in qualche modo ha cercato di creare una sorta di monopolio di questo prodotto anche se si può obiettare che la kamut non ha impedito a nessuno di coltivare il grano Khorasan, ma ha semplicemente impedito a tutti di usare la parola Kamut per commercializzare questo prodotto. L’altra critica, che per me è molto più pregnante,  riguarda il fatto che il Kamut viene prodotto totalmente in Canada. Questo fatto implica costi di trasporto notevoli, ma non solo. Il tipo di produzione concentrato in grandi aree e in grandi estensioni mal si concilia con la coltivazione biologica che la kamut dice di seguire. E’ un biologico necessariamente da grande industria, è quel biologico che rappresenta una visione assolutamente non compatibile con il rispetto della terra….

Ma che succede?… esiste un elemento ulteriore, un elemento che avevo finora trascurato per che non avevo mai avuto la pazienza di vedermi i video che la kamut stessa fa sul suo sito ufficiale. Andate avedere questo video.

Che cosa notate? io non volevo credere ai miei occhi quando ho visto che il grano della Kamut inc.è un grano basso, arriva si è no al ginocchio delle persone…. non è grano antico , non è grano khorasan… è un prodotto trattato, nanizzato,  in qualche modo modificato rispetto al grano antico.…altro che grano antico. E’ un qualcosa di altro da quella leggenda che la kamut ha voluto creare e che chiaramente ha ceduto alle necessità della moderna produzione. Ma così va il mondo di oggi.. è un mondo che un po’ ci indigna. O no?