fare semi

Fare i “semi” ci riesce relativamente facile. Più difficile è riuscire a fare i semi dalle piante dell’orto… Ma non è cosa di poca importanza, anzi!

Mettiamo sul piatto i termine della questione. Da qualche migliaio di anni (almeno 9000) chi coltivava la terra ha sempre selezionato e conservato i semi come una delle cose più importanti da cui dipendeva la propria e l’altrui  vita. Dal seme, dalla sua conservazione e selezione, dipendeva la salute, la possibilità di sfamarsi, la possibilità di consolidare la propria esistenza, di sopravvivere ai rigori dell’inverno e di poter continuare a vivere in un dato luogo.

Cosi, ripeto, per 9000 anni! Poi venne la comunità economica europea… anni ’70, nel senso di anni 1970… che si pensò di “tutelare” la qualità dei semi mettendo “fuori legge” chi conservava e scambiava liberamente i semi conservati dalla sua produzione e impedendo, di fatto la selezione massale (ossia quella fatta direttamente dal contadino) per sostituirla con quella certificata e fatta dalle aziende sementiere conformemente al seme che era ufficialmente riconosciuto, appunto, dalla CEE.

Nel giro di qualche decennio abbiamo disperso e distrutto una quantità enorme di biodiversità. Abbiamo perso per sempre qualità di grani di semi di cereali, legumi, vegetali che si erano selezionati naturalmente nel paziente scambio tra l’attività dell’uomo e le caratteristiche specifiche della natura. Semi che avevano sviluppato la loro resistenza adattandosi a terreni, condizioni climatiche, situazioni particolari….

Ora, giustamente, si acquistano “bustine” di semi prodotti magari in Cina (come l’igp fiamma rossa del fagiolo borlotto tipico del veneto) o pomodori ibridi prodotti dalla Monsanto o da qualche grosso gruppo sementiero… Oppure si acquistano piantine già pronte al trapianto in terra… e poco importa se il seme di partenza è trattato con pesticidi e con elementi che si trasmettono direttamente alla pianta e, ovviamente a tutela del consumatore, si trasmettono alla pianta per garantire un buon risultato.

In tutta questa follia ci stiamo perdendo le cose migliori. Oggi la Comunità europea comincia a dare qualche cenno di ravvedimento. Pure i nostri Soloni si stanno accorgendo che la distruzione della biodiversità è un pericolo reale, una ulteriore spinta verso la desertificazione delle nostre regioni, che sia detto per inciso, è una realtà oggettiva che continuiamo a far finta di non vedere.

Ma quali sono gli effetti immediati di questa follia? Lasciamo perdere, anche se la cosa è drammatica, l’importanza che nella questione svolgono le industrie sementiere rendendo i contadini dipendenti di questi. Lasciamo perdere anche i tema della biodiversità.

Restiamo solo al nostro piccolo campicello.

Anche quest’anno abbiamo acquistato i semi da aziende biologiche e da una piccola ditta non certificata ma alla quale abbiamo richiesto solo semi non conciati. Ci è capitato anche di prendere, vuoi per curiosità, vuoi per sperimentare, vuoi perché avevamo terminato i nostri semi di quella data varietà, piantine precedentemente conciate e quindi rese “resistenti”. Si  trapiantano.  Si aspetta che crescano e ci accorgiamo che dopo una prima, rigogliosa vegetazione, cominciano a stare male.. oidio, ragnetti vari, peronospora, mosca di questo e di quello… la pinata soffre… i fiori cadono prima di trasformarsi in frutto o il frutto si secca per questo o quest’altro motivo…. Chiedi a chi ti ha venduto le piantine… Che fare? ed ecco la soluzione pronta, sicura e certa… dai questo, dai quello… e vedrai. Io qualche volta mi incanto  davanti alle vetrine dei consorzi agrari  a leggere e vedere i vari prodotti che esistono contro questo e contro quello… sono una miriade ed è come essere in farmacia (anche i nomi delle industrie chimiche sono le stesse che fanno farmaci.. una tra tutte: “bayer”)..

Cioè i semi che compri, le piantine che compri fanno parte di un percorso già tracciato e definito… siamo già dentro la storia della chimica moderna, della “garanzia” per i consumatore che il seme usato sia quello effettivamente approvato dalla nostra legge fatta, ovviamente, per la tutela del consumatore.  E mentre si tutela il “consumatore” le grandi industrie chimiche dei semi, dei concimi, degli antticrittogamici, si arricchiscono e noi indeboliamo la natura e ci impoveriamo… un paradosso pazzesco dentro il quale ci stiamo tutto, come semplici vittime ignare, impotenti ed indifese.

Noi, nel nostro piccolo, vogliamo ripartire dal seme… non è facile, ma nel giro di tre quattro anni avremo selezionato i nostri prodotti “tipici”.