prossimo futuro

Mentre scruto il cielo, preoccupato che esso ci possa cedere sulla testa, programmo il futuro.

Verso mezzo giorno di una domenica di metà luglio scruto il rapido cambiamento e il formarsi di grosse nuvole di un nero intenso tendenti al blu di prussia. Sbatter di imposte e di tende corri a mettere tutto quello che sta fuori, e poco dopo cominciano le prime sassate di una grandinata. E’ la terza nel volgere di pochi giorni. Diciamolo: è una meledizione! Non è possibile assistere inermi a questo spettacolo cinico. Eppure non c’è niente da fare.

la grandine invece che scemare rinforza la sua virulenza… spero si fermi a questo punto… non so cosa sia successo in campo. Non voglio vedere.  

 Ripasso mentalmente le zone del campo e mi faccio una mappa… là pianto i porri,  là il radicchio di treviso, là i broccoli e da quella parte metto il cavolo nero e verza rossa… e poi radicchi vari: treviso precoce, verona, lusia, chiggia. E tutto questo deve andare in campo grosso modo prima di metà agosto… è adesso che si mette a dimora l’orto invernale…

nel contempo bisogna pensare anche all’orto autunnale.. finocchi, insalate, scarole e cicorie varie, ancora fagioli …biete.

da settembre in poi poca cosa si può aggiungere…

a novembre mi sono ripromesso si seminare frumento… non so ancora dove lo farò, ma quest’anno rompo gli indugi e mi metto a perseguire il mio programma di panificazione… produzione di frumento antico, macina e pane…. l’intera filiera del pane deve tornare ad essere una realtà. Le farine devono essere prodotte sul posto… basta trafficare con farine ucraine, turche, canadesi, statunitensi, russe…. le farine facciamole in casa, il pane facciamolo con i nostri semi antichi, e facciamolo qua, non nelle grandi industrie, non con i semi che viaggiano attraversando oceani e mari…  ma qua, dove è possibile vedere il grano crescere, e diventare alto ( non quel grano nanizzato che ha bisogno di diserbanti per sopravvivere)… riprendiamoci la nostra vita  a partire dalle cose semplici ed essenziali…