punti di vista – Wendell Berry

ho pubblicato su questo blog il “manifesto del contadino impazzito” in quella che mi sembra la traduzione più fedele al testo.

Wendell Berry è uno scrittore, un poeta, un docente universitario, ma è anche un contadino. Principalmente è un piccolo coltivatore americano. E’ un sostenitore dell’idea che i piccoli coltivatori devono vendere direttamente i loro prodotti in città, nelle grandi città, perchè solo così potranno reggere all’assalto delle grandi compagnie agroalimentari. Solo riconquistando il cuore della città, saldando in un unico movimento i consumatori e i piccoli agricoltori si potrà salvare il mondo dalla follia dell’agroindustria.

Per Berry mangiare è un atto politico.

Di Berry conosco poco, non ho letto ancora nessuno dei suoi libri, ma solo una serie di interviste. Mi ha comunque colpito per alcune analisi che condivido e per alcuni passaggi che mi sono stati illuminanti. Mi sorprende soprattutto vedere quante similitudini ed analogie esistono tra il piccolo contadino americano e quello europeo ed italiano.

Mi sorprende come la globalizzazione sia entrata anche negli aspetti più profondi e segreti della “localizzazione”.

Alla domanda sui prodotti “biologici” Berry risponde dicendo che c’è il pericolo che questa parola diventi un marchio commerciale… piuttosto che biologico meglio parlare di buona agricoltura che è un termine cosi generico e poco appetibile che difficilmente se ne impossesseranno le multimazionali, ma in buona sostanza, c’è il pericolo che dietro il marchio “biologico” ancora una volta ci sia chi coltiva in modo intensivo, monoculturale e distruggendo la biodiversità.

LA sua poesia “manifesto del contadino impazzito” la trovo piena di cose interessanti… e per certi aspetti anche controversi… eppure di grande positività e di grande conforto.

mi piace…