terra, bene rifugio…

Alcuni giorni fa, tanto per passare un po’ di tempo, ho messo il naso dentro un’agenzia immobiliare, attratto dagli annunci di vendita di terreni…  per farla breve: nessuna novità!

Dalle nostre parti la terra vale  ancora 10 euro al metro quadro che tradotto in ettari vuol dire 100.000 euro: noccioline! Se coltivata a mais o ad altra granaglia c’è il caso che questo capitale di denaro si trasformi in una rendita di ben 300 euro grazie esclusivamente ai contributi erogati dall’Europa tramite la Regione. Grasso che cola!

Si legge che il mercato immobiliare sia calato notevolmente rispetto al 2007, ossia a prima della  crisi. Invece il costo dei terreni rimane alto, non cala, non sente crisi. Con fare anche un po’ saputello l’ impiegato dell’agenzia, che non manca di sottolineare che lui è niente popòdimeno che il dottor tal dei tali, mi evidenzia che oggi la terra è un “bene rifugio”. Ossia? chiedo io, sprovveduto ed offeso.

C’è chi compra terra per mettere al sicuro i propri soldi. Ecco  se magari qualcuno che compra terra e non la coltiva la mettesse a disposizione di qualche giovane agricoltore e la affittasse, non sarebbe bene?

Molte volte i proprietari di terreni sono convinti che affittare la terra sia un disastro perchè poi non si torna più indietro in quanto l’affittuario può campare rinnovi contrattuali infiniti. Non è assolutamente così: chi oggi stipula un contratto agricolo può tranquillamente introdurre norme derogatorie alla decorrenza  e può fissare che dopo un tot di tempo (minimo un anno) il contratto si risolve senza alcun obbligo di rinnovo. E il bene rifugio è salvo.

(ma io penso che una società che paga la terra così cara e i prodotti agricoli a chi la coltiva così poco, debba avere un qualche problema…. o no?)