la terra dei fuochi e la terra dei furbi

Sulla stampa di oggi, 1 novembre 2013, si riporta un verbale dell’ audizione alle Camere di Salvatore Schiavone, un boss pentito del clan dei Casalesi. Costui, qualcosa come sedici anni fa, riferiva ad una commissione del parlamento italiano cosa avveniva nel territori del casertano oggi noti più o meno a tutti come la Terra dei Fuochi.
Prendo la notizia da Repubblica. La profezia di Schiavone, che sicuramente non è un noto epidemiologo, prevede che nel giro di vent’anni tutta la popolazione di quelle zone morirà di tumore.
I tumori sono decisamente cresciuti, ma esiste ancora chi, in quelle zone brutalizzate dalla peggior specie umana, coltiva e produce fragole, asparagi, cavoli. Tutta roba contaminata che arriva pacifica ai nostri mercati.
Dunque, tornando ai fatti senza lasciarmi sviare dall’indignazione, si apprende che il nostro parlamento era ben consapevole (avendolo appreso direttamente dalla voce di uno di protagonisti delle malefatte) di quello che stava succedendo in quella terra. Ma non solo si avviò una campagna per bonificare il territorio, ma tutto continua tutt’ora come allora. Nulla cambia nella terra dei fuochi dove impera ancora la camorra e la gente normale deve quotidianamente subire l’insulto dell’inquinamento e della sopressione di ogni forma di libertà e di democrazia perchè privato, nei fatti e nella sostanza, di ogni effettiva possibilità di scegliere il proprio destino.
E così si evidenzia che i furbi, rappresentati dai camorristi ma anche dai politici, continuano a prosperare anche a costo di vedere la gente morire anzitempo a causa di neoplasie e malattie varie, ma anche sopportando lo scempio morale di vedere distruggere ogni giorno una fetta di territorio…
In una situazione del genere, dove la cecità va a braccetto con l’ignavia, cosa possiamo aspettarci? a quale consapevolezza possiamo affidarci per uscire da questa miseria?