In questo agosto torrido mi è capitato di passare una giornata sulla spiaggia che avevo frequentato da ragazzo… Ne avevo un ricordo ancora vivido, ma invece che trovare un luogo a me familiare, mi sono trovato del tutto spaesato, in una location invasa da ombrelloni tutti ben in fila ordinati e sdai e silenzio nonostante le molte persone distese a prendere il sole…. Boh, mi sono detto, che cosa ci trovano di bello nello starsene la tutti in silenzio, su questi lettini a prendere il sole dalla mattina alla sera?
Io ricordavo un luogo pieno di vita, con famiglie chiassose, ragazzi e bambini che giocavano chi a calcio chi con i tamburelli chi con le bocce e poi ricordo soprattutto il casino che ci stava in acqua, pieno di giochi, urla, lotte, tuffi… Mi guardo attorno e constato che la cosa più sorprendente è l’assenza di neonati …. Ai miei tempi ce ne stavano sempre in abbondanza che gattonavano, che sputavano sabbia, che prendevano i primi contatti con l’acqua. Ora niente: qui non si nasce più!
Sollecitato da questo deludente ritorno alla realtà, dove i miei ricordi sono stati sostituiti dall’invasione delle concessioni balneari (ecchécavolo, ridatemi la spiaggia libera!) mi vado ad informare sul problema della natalità. Un dramma!
Ora non starò qua a fare un riassunto di quello che ho letto, nè mi interessa parlare di statistiche e di proiezioni. Se tra trent’anni, con questo trend di nascite, gli italiani saranno meno della metà di oggi, non mi impressiona più di tanto. Ma quello che sicuramente mi impressiona è che tra trent’anni non ci saranno quasi più bambini e questo mi intristisce molto perché un mondo senza bambini è un mondo triste, senza speranza, senza dolcezza e senza sorriso.
Poi scopro uno studio che afferma che il 17 virgola qualcosa delle copie è in qualche modo sterile, e che questo dato è destinato a crescere. Il che vuol dire che più o meno una copia su cinque non può comunque figliare e che gran parte della responsabilità di questa problematica viene imputato all’inquinamento.
Ma ci rendiamo conto?
Faccio una capriola ( magari fossi ancora capace!) e ripenso all’orto. In molti abbiamo fatto una constatazione circa la qualità delle sementi che usiamo: non sono più quelle di una volta! C’è la mano dell’uomo che seleziona e cambia le carte in tavola, ma mi viene il dubbio che esista anche un fenomeno in qualche modo legato alle condizioni ambientali che mutano (e peggiorano) e incidono anch’esse sul sistema riproduttivo della piante… Forse, può essere, ma questa è solo una mia ipotesi.
Certo che è sempre più difficile provare gioia!
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