Non so a quale ascendenza ascrivere la smania, che ogni tanto mi assale, di partire e fare una rapida escursione lontano … macinare chilometri su chilometri magari solo per il gusto di andare a prendere prodotti che potrei tranquillamente farmi mandare con un vettore. Eppure dentro di me so di aver bisogno di incontrare chi produce le cose che poi come Donna Gnora distribuiamo.
Così ieri, assieme a Federico, sono partito, ben prima dell’alba, per scendere in Abruzzo… quattrocento cinquanta chilometri più in là di casa mia. in mezzo alla più vasta grandinata che abbia mai visto…
E’ sempre un piacere incontrare Cecilia e Ivo, chiacchierare con loro e poi subito mettersi in moto per andare a prendere la pasta e le farine dal Gioie di Fattoria. Pasta di saragolla, farine di farro e di solina, anche del montepulciano e della passerina biologiche ed altri prodotti: alcuni marcati bio, altri senza marchio: Sempre di più sento i produttori lamentarsi: troppi soldi per una certificazione che non si ripaga..
Però l’incontro più interessante è quello con Walter, perchè lui, piccolo apicoltore appassionato e piccolo, ma provetto, panificatore, è riuscito a trasformare la sua azienda in un luogo di incontro e di scambi di opinioni, notizie, informazioni.
Tra l’altro ho incontrato un giovane produttore di olio biologico. Notizie dal campo: già dai primi di ottobre hanno iniziato la raccolta delle olive… brutto anno… mosca, stagione strana… troppo di tutto e nel momento sbagliato… troppa pioggia, troppo caldo, troppo secco, troppo freddo…mai contenti, questi coltivatori!
Anche la vendemmia… niente di buono! A parte freddo improvviso, ed effettiva qualità di una vendemmia che alcuni definiscono ottima mentre altri, specie al sud, storcono il naso, quello che desta inquietudine è il prezzo delle uve….
“i prezzi delle uve sono crollati fino al 20% rispetto allo scorso anno, e già lo scorso anno i prezzi erano in calo rispetto alle predenti vendemmia. Senza considerare l’inflazione, significa che i prezzi delle uve hanno raggiunto i minimi storici Tanto da toccare otto euro al quintale. Questo è lo sconcertante prezzo raggiunto da un quintale di uva in alcune regioni meridionali.” Ecco così ci racconta Francesco Arrigoni sul blog del Corriere della Sera
Dunque, un quintale = otto euro. Se non raccogli niente e lasci l’uva marcire sulla vite ci risparmi. Se raccogli l’uva ci perdi ancora di più…. così succede con il grano, così con l’olio… non è un buon momento per l’agricoltura, ma dietro a questa miseria si erge gigantesca la figura della grande distribuzione….
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