All’inizio del 1700 eravamo circa 300 milioni di abitanti nell’intero mondo.
Mica tanti se si pensa che a volte avevamo difficoltà a trovare il quarto per una partita a briscola.
Epoca strana dove in Francia nascevano gli illuministi, in Inghilterra nasceva la rivoluzione industriale e in giro per l’Europa c’era aria di rivoluzione..
Solo un secolo più tardi le cose erano cambiate notevolmente: la popolazione era raddoppiata, il capitalismo era diventato imperante in buona parte del mondo cosiddetto “civile” e il resto del mondo incivile era oggetto di un disinteressato dominio coloniale. Si parlava ancora molto di rivoluzione tant’è che, a forza di parlarne, qualcuna successe per davvero.
Il fenomeno della crescita demografica, però, non interessava nessuno ad eccezione di Thomas Robert Malthus (1766-1834). Questi è un pastore anglicano dotato di buona testa.
Studia di economia, di filosofia, di matematica. Proprio alla fine del secolo dei lumi scrive un saggio dove afferma che se si continua ad andare aventi così l’umanità sbatte… si perché, sostiene Malthus, la popolazione sta crescendo in una progressione geometrica (es. 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64….) mentre le risorse vanno in proiezione aritmetica (es.: 1, 3, 5, 7, 9, 11…..).
Malthus da anche una sua soluzione al tema della demografia, ed è là il suo principale errore. Infatti molti lo scambiano per un burlone quando egli afferma che la soluzione sta nella castità! (va bene, questa è un po’ tirata!).
In realtà in un qualche modo Malthus anticipa una delle tematiche che oggi ci fanno tremare le vene e i polsi: siamo davanti ad un mondo finito (risorse) e noi umani pensiamo di crescere all’infinito e di sfruttare all’infinito le risorse.
Per tutta risposta ad inizio del 1900 la popolazione mondiale si aggira attorno al 1 miliardo e 600 milioni e nessuno sembra ancora intenzionato a seguire l’idee di Malthus sulla limitazione delle nascite. Il punto è che la sua teoria non prende in considerazione le risorse della mente umana.
Abbiamo visto che la scienza è capace di grandi cose e richiamo, per esempio, quanto scritto nel episodio 3 del nostro racconto.
Ma siccome le cose sono sempre più complesse di come sembrano, sarà bene soffermarci un attimo su questo punto.
Fritz Haber ha scoperto come produrre l’ammoniaca e come utilizzare l’azoto nella coltivazione agricola. Questo ha sicuramente rappresentato una svolta nel mondo della produzione agricola. Ma tra le due guerre succedono cose incredibili. Per esempio succede che si diffondono i trattori, macchine che sostituiscono progressivamente il solco dell’aratro trainato da buoi con quello di erpici in grado di rivoltare la terra come un calzino.
Abbiamo tutti l’immagine di Romolo e Remo che tracciano con l’aratro il perimetro della città di Roma. Da quando esiste l’agricoltura, ossia da 13.000 anni più o meno, il solco dell’aratro penetra la terra di circa 15 centimetri…. Sarà così fino a tutto il 1800. Poi arriviamo noi, con i nostri trattori da 200 cavalli, 300 cavalli, 500 cavalli sempre più grandi e sempre più forti. Ai giorni d’ oggi il vomere penetra nella terra per 40, 45 cm. Cambia tutto ( in peggio, come vedremo).
Non basta. A cambiare l’agricoltura concorrono anche i vari agronomi che sperimentano ed incrociano sementi alla ricerca di un miglioramento genetico delle specie.
Nazzareno Strampelli (1866 -1942) fu un grande agronomo e genetista e a lui si devono particolari qualità di grani come il senatore Cappelli e tanti altri cultivar di grani che segnarono la storia dell’agricoltura….
Dunque nella prima metà del secolo scorso la coltivazione subisce delle modificazioni profonde che cambiano la vita non solo degli agricoltori, ma anche quella dell’ambiente e di tutti noi consumatori…. E la storia continua!
– Marco (Donna Gnora)
Splendido excursus storico! Grazie!