E-coli: continua la confusione

Sono stato privo di internet per una settimana.

Ho continuato a vivere nonostante la più completa ignoranza delle cose e degli accadimenti del mondo. Nemmeno ho avuto modo di conoscere le evoluzioni della nuova peste. Ero rimasto all’intossicazione di ragazzini francesi a seguito del consumo di hamburger durante una festa….poi il silenzio del mio computer..

Vado a vedere le ultime notizie della settimana e scopro che ancora compare lo spettro dei germogli di soia. Questo volta non in Germania ma ancora in Francia e sotto accusa questa volta ci sarebbe una ditta inglese che però afferma che lei distribuisce germogli prodotti in Italia.. Va bene, questa è una faccia della globalizzazione dove uno “stupido” germoglio di soia, facilmente fattibile nella  cucina della propria casa, viaggia più lui di me…

Leggo poi che sotto accusa, in Germania, è pure l’acqua di alcuni piccoli centri dove, secondo qualche grosso esperto, l’e-coli si nasconde nelle tubature dell’acqua potabile e comunque sempre l’acqua sarebbe il contaminatore esterno dei diversi vegetali che “portano” il batterio killer.

Leggo anche la preoccupata difesa fatta dal presidente di Slow food, Roberto Burdese, che dice perchè ve la prendete sempre con piccole aziende che lavorano nel biologico invece che andare a guardare chi produce piante geneticamente modificate dove si utilizza sicuramente l’e-coli…

Il fatto è che, nonostante il tempo che passa, qualcosa non sta andando per il verso giusto. Continuano, insomma, le ipotesi che sanno un po’ da bar sport. L’effetto è conclamato, ma la causa è ancora tutta da scoprire. E ogni ipotesi, al di là di qualsiasi prova reale e di qualsiasi credibilità, sembra trovare il proprio spazio e la propria dignità.

Quando sento parlare che l’e-coli si potrebbe bellamente trovare dentro l’acqua con cui si irrigano i campi, o peggio ancora, dentro i tubi dell’acquedotto fosse pure di un piccolo paese della Germania, a me vengono i brividi. Perchè una cosa così ti mette direttamente in contatto con la paura ancestrale, con la peste intesa come castigo, con l’irrazionale e tutto questo si combina molto male con il nostro mondo tecnologicamente avanzato, con la scienza che tutto sa e tutto spiega, con la nostra organizzazione sociale che ti segue premurosa dalla culla alla pensione.

Il batterio nell’acqua può anche voler dire una potenziale epidemia in gradi di distruggere un paese, una città, una popolazione. LA contaminazione dell’acqua e del cibo sembra più l’annuncio di una catastrofe che una realtà vera.

L’unica cosa che sembra certa in questa vicenda è la gran voglia di semplificazione e di confusione che aleggia nell’aria. Come nell’aria si sentono le urla di chi grida: “dagli all’untore1” che poi questo sia il cetriolo, o la soia o l’acqua, poco importa…