In questi giorni è partita su televisione e stampa una campagna pubblicitaria dell’olio Monini.
LA campagna pubblicitaria è stata curata dalla DDB e “vuole fare cultura” come afferma esplicitamente il pubblicitario.
E’ una campagna pubblicitaria che mi fa venire alla mente il paradosso del nostro sistema alimentare: più ci allontaniamo dai prodotti naturali e più la pubblicità ci evoca mulini bianchi, campi di grano “come un tempo”, sapori della tradizione e via dicendo. Un paradosso che sa di follia collettiva, dove compriamo le peggiori ciofeche nel nome di una naturalezza che sicuramente le grandi compagnie alimentari sistematicamente distruggono in nome del loro profitto.
Così la Monini ci ricorda che l’olio buono è fatto raccogliendo le olive ancora verdi…
Leggo dal sito della Monini che questa fattura più di 130 milioni di euro e che ha, perfino, 104 dipendenti.
Sempre da internet leggo che il prezzo della bottiglia di olio Monini costa di listino circa 5,90 euro, ma si possono trovare anche “offerte speciali” di olio Monini fatte da supermercati che lo schiaffano sugli scaffali a ben 3,75 euro al litro.
Chi, come me, ha provato l’ebrezza di andare a raccogliere olive e farsi l’olio, e come me ha preso carta e penna e si è messo diligentemente a fare i conti della serva, certamente non partendo dalla sua diretta esperienza, ma da quella industriale, si rende conto che qualcosa non quadra.
Il presupposto è che con 104 dipendenti la Monini fa solo lo stoccaggio, la miscela e l’imbottigliamento dell’olio, e la distribuzione e il magazzinaggio….
MA il presupposto è anche quello che la Monini compra l’olio a prezzo di borsa valori che vale la bellezza di 2,75 euro al litro. Questo da esattamente il quadro di quanto viene pagato il produttore vero ossia quella miriade di piccolissimi produttori che ancora raccolgono le olive…. ma attenzione. Se il prezzo è questo allora anche la qualità non quadra. PErchè è chiaro che nessuno va a raccogliere 13 – 15 kg di olive, necessarie per fare un litro di olio, e perdendoci almeno un ora e mezzo di lavoro per prendere al massimo 1,5 euro all ‘ora per il suo lavoro…
Ho il sospetto che non ci siamo. Bella pubblicità, ma che mi lascia l’amarezza di chi, in qualche modo, vede la realtà totalmente stravolta e alla fine, sono colto dal dubbio:…. ma sono proprio scemo a credere che possa starci dentro con i prezzi… (e chi te la paga la campagna pubblicitaria?)
E poi la riprova. Il mio olio cambia di sapore, cambia di colore, cambia di odore… si modifica perchè è un prodotto vivo… l’ho preso torbido con forte sapore di carciofo e che pungeva in gola … poi poco alla volta diventa più chiaro, i profumi si attutiscono e si arrotondano diventando meno intensi (la persistenza nel tempo dei profumi e delle “asprezze” organolettiche è un pregio che rimanda direttamente alla qualità vera dell’ olio) il mio olio regge bene la cottura e non prende un odore/sapore che vira al rancido…. il mio olio è proprio buono e, caro signor Monini, sono sicuro che alla prova degustativa anche tu preferiresti il mio piuttosto che il tuo…( che dubito che faccia presenza sulla tua tavola….)
BRAVISSIMO , SONO DELL’IDEA CHE BISOGNA DENUNCIARLO COME PUBBLICITA’ INGANNEVOLE , SONO UN PRODUTTORE DI OLIVE DA OLIO BIOLOGICHE E SONO DI SPELLO , A 20 KM DA SPOLETO , IL SIGNORE IN QUESTIONE VUOL FAR CREDERE CHE LE OLIVE LE SPREME LUI PERSONALMENTE E LA GENTE CI CREDE , DAVANTI AL SUO STABILIMENTO CI SONO SEMPRE AUTOTRENI CISTERNA PRONTI A SVUOTARE IL LORO CARICO DI OLIO PROVENIENTE DA TUTTI I PAESI DEL MEDITERRANEO .
UN ALTRO PROBLEMA GRANDE IN FATTO DI OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA E’ IL METODO DI RETTIFICA DELL’OLIO LAMPANTE , QUESTO VIENE RETTIFICATO , POI CON CLOROFILLA VIENE RICOLORATO E POICHE’ COME PRODOTTO BASE MANTIENE LE CARTTERISTICHE DELL’EXTRAVERGINE VIENE IMBOTTIGLIA TO E VENDUTO , I NAS E TUTTI QUELLI CHE DOVREBBERO CONTROLLARE NON HANNO UN METODO SICURO PER POTER DIMOSTRARE CHE QUEST’OLIO E’ UNA TRUFFA , QUIDI I CONTROLLI USUALI SONO TUTTI NEGATIVI.
A PRESTO LUCA.
[…] così avviene anche per l’olio Monini, dove la pubblicità mostra come effettivamente andrebbe fatto l’olio, ma […]
Siete sicuri che piccolo é sempre bello? Io ho i miei dubbi. Che dire di decine di piccoli truffatori che costantemente vengono individuati ma non hanno gli onori della cronaca perché i piccoli non fanno notizia? Meglio fidarsi di ci mette la faccia e rischia il suo marchio come il signor Monini che di tanti piccoli sconosciuti incontrollati, che non assicurano la tracciabilità, non rispettano le norme igieniche, non rispettano le norme sull’etichettatura. Dei piccoli eccellenti onesti che invece lavorano con rispetto della qualità e delle norme, spremendo le proprie olive secondo disciplinari di categoria, va tutta la nostra stima, ma quanti sono? Quanto producono? Cosa rappresentano in % rispetto al consumato in Italia?, e al consumato “Italiano” nel mondo? Se oggi i prodotti italiani ci sono riconosciuti nel mondo è grazie a certi industriali che hanno avuto la forza di distribuire insieme ai prodotti, un’idea di benessere tutto italiano investendoci soldi e intelligenza consentendo a tantissime persone e non alle solite nicchie salottiere di apprezzare il nostro gusto che ha fatto diventare Italiano il caffè nonostante sia un frutto importato al 100%., l’olio anche se le olive Italiane se ne producono si e no il 10% rispetto alla produzione Spagnola e Greca e così via per altri mille prodotti. Siamome fieri ogni tanto di questo riconoscimento internazionale alla nostra industria alimentare, visto che non ci resta granché per gioire.
Magellano
Il problema è che una miriade di piccoli produttori, siano essi coscienziosi o meno, truffatori o meno, vendono attraverso i diversi consorzi, il loro olio alle grandi ditte olearie. A questo punto la qualità è puramente superflua perchè tutto avviene nei laboratori dove grazie alla chimica si procede a dare il “gusto” che il pubblico riconosce come quello dell’olio di riferimento. E il gusto di quest’olio non cambia mai è sempre perfettamente uguale..
I piccoli produttori, che ricevono men di 2 euro al litro a questo punto non hanno alcun interesse a produrre bene e fare un olio di qualità. Ma chi ama la campagna e la coltivazione (e sono tanti quelli che con coscienza e con passione producono) hanno come obiettivo quello di fare un prodotto buono e genuino. il punto d’orgoglio è la bassa acidità, il sapore, i diversi cultivar. Sempre di più, il punto di orgoglio di molti piccoli produttori è riuscire a fare una buona produzione senza usare la chimica, ma solo prodotti naturali.
Dei nostri cibi possiamo essere certamente fieri, ma essi derivano dalla perizia dei piccoli produttori locali che hanno consolidato un sapere e una tecnica produttiva che troppo spesso l’industria alimentare sfrutta come immagine, ma affossa nella sostanza. E di questo non possiamo essere francamente fieri…
un caro saluto