taralli a furor di popolo!

Avevamo deciso di non commercializzare più i taralli per un motivo semplicissimo: troppo costo e troppo laborioso. Come molti dei nostri clienti già sapranno, avevamo trovato un tarallificio, quello di Anna Signorile di Bitetto, che ci preparava i taralli secondo l’antica ricetta.

Anna lavora tantissimo per fare fronte alla richiesta locale di taralli e non è organizzata per nulla con la spedizione. Per lei organizzare la spedizione dei suoi prodotti tramite vettore è un qualcosa di gravoso che la distoglie dal suo lavoro e non ha alcun interesse ad allargarsi … I suo laboratorio, piuttosto piccolo, è un brulicare di attività. Sette, otto ragazze si muovono veloci a partire dalle sei di mattina mentre l’acqua del  è già in ebollizione visto che Anna è dalle cinque che lavora. Io che scrivo conosco bene questa fase del lavoro perchè per molte volte ho visto l’avvio della giornata del tarallificio.

Ma Anna non usa olio extravergine di oliva. Là, in Puglia, terra di sconfinati oliveti, non si usa più l’extra vergine per fare i taralli….usano olii vegetali, magari di palma, perchè è passata l’insana idea che i taralli prodotti con olio di semi sia “più leggero..”

Quando decidemmo di provare a commercializzare i taralli, girammo moltissimi produttori, ma non c’era verso. L’olio extra vergine non era apprezzato in loco…Sembra di sentire echeggiare un “nemo profeta in patria”. Alla fine trovammo Anna che per i suoi taralli usava vino prodotto artigianalmente da un giovane ragazzo e farina O di un produttore locale. Faceva i taralli bollendoli prima di metterli in forno e si era detta disposta a lavorare con l’olio che avrei fornito direttamente io..

Dunque è successo per molto volte che partivo dalle terre del nord con otto lattine di olio extra vergine di oliva (quello di Donna Gnora) prodotto a pochi chilometri da Bitetto, per consegnale l’olio alle cinque di mattina ad Anna… più di ottocento chilometro di viaggio di andata, altrettanti al ritorno… Certo, io ci mettevo in mezzo tante altre cose. Andavo ad Ostuni a vedere le nostre terre… a volte prendevo il caciocavallo e le olive… e poi mi fermavo in Abruzzo da Ivo e Cecilia… Alla fine rimpiango quei viaggi zingareschi che qualche volta facevo in compagnia di Federico, a volte di Paola, molte volte da solo…

Ma poi la crisi morde e mettersi in viaggio significa spendere almeno un trecento euro tra autostrada e metano…una cifra che non si può giustificare se non con il piacere di vedere dei luoghi ancora stupendi per paesaggio e tesori artistici… Fa bene, ma il tempo è sempre più preso dalla terra…  e non vale la pena fare tutta quella strada per fermarsi in Puglia solo il tempo della cottura dei taralli ( è successo anche questo… ma l’ho  fatto una solo volta ed è stata una vera follia!) E rimpiango il pranzo fatto nella piazza di Bitetto. Un pezzo di focaccia, con pomodorini ed olive… olio extra vergine… un sapore buonissimo…. un costo che si aggira attorno al euro…. un euro e venti, uno e trenta…. se devo essere sincero solo quello mi ripagava del viaggio.

Niente. Poi ho pensato che se trovavo qualcuno del posto che mi desse un aiuto forse sarei riuscito ad arere ancora i miei taralli. L’ho trovato nel oleificio di Sannicandro dove Anna, (anche qua trovo un’ Anna disposta ad aiutarmi!) che è un po’ la factotum dell’oleificio si è detta disponibile a consegnare l’olio e poi anche a spedirmi i taralli una volta confezionato…. ed ecco che lunedì 8 ottobre  siamo finalmente tornati nella disponibilità di questo prodotto . Per la gioia di chi li sa apprezzare, Per Leo, per Ross, per Vera, per Claudio e per tutti quelli che sono caduti nella dipendenza da tarallo e che in questo tempo di assenza sono caduti in depressione! Coraggio! i taralli son tornati!!!!!